Guardando i loro occhi viene naturale chiedersi come sia possibile che ci siano uomini a questo mondo che non provino pietà per loro. Eppure sembra proprio che sia così. La caccia ai cuccioli di foca è una pratica molto diffusa al giorno d’oggi. Il ministro canadese Gail Shea ha annunciato che la stagione di caccia alle foche sarà più lunga quest’anno. La caccia, iniziata lo scorso aprile, vedrà coinvolte molte più unità, molti più cuccioli che a malapena arrivano ai 3 mesi. Vite spezzate per i soliti guadagni, la solita politica che pur di accaparrare proseliti favorisce taluni mercati.
E pensare che l’aspettativa di vita di un cucciolo di foca è di circa 30-35 anni. Secondo l’ IFAW (International Found For Animal Welfare) le foche uccise saranno circa 400.000 in più.
Nonostante esista un regolamento che preveda l’uccisione di questa animali dando loro una morte dignitosa e secondo un preciso protocollo, sembra che i cacciatori canadesi non la rispettino affatto, uccidendo i piccoli con arpioni uncinati che provocano grandi sofferenze agli animali, lasciati in agonia e sanguinanti fino a che non muoiono. Tutto questo per ricavare pelli da questi sfortunati animali. Molti sono i paesi che hanno detto “no” all’importazione di pelli di foca. Tra questi gli Stati Uniti dal 1972, il Messico dal 2006 e altri paesi dell’Unione Europea che stanno proponendo leggi in questo senso.
Come se non bastasse, questa carneficina si inserisce in uno scenario già gravemente colpito dalla riduzione drammatica dei ghiacciai a causa del riscaldamento globale, che porta via agli animali che popolano queste terre lo spazio vitale. In Italia è stato firmato un Decreto Ministeriale che “definisce le modalità di applicazione del divieto di importazione in Italia, per fini commerciali, di pelli di cuccioli di foca vincolando le importazioni delle pelli di tutte le foche (anche animali adulti) al regime restrittivo dell’autorizzazione ministeriale”. E intanto ancora troppi cuccioli continuano a morire sotto i nostri occhi.