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Confindustria e quell’applauso da evitare

Published by
Giuseppe Timpone

Due giorni fa, a Bergamo, si è tenuta un’importante assise, che ha visto la partecipazione di 5700 imprenditori, che hanno partecipato a un incontro-dibattito fiume organizzato da Confindustria, dove tra gli altri, c’era e ha parlato il presidente Emma Marcegaglia. Un discorso a tutto campo quello di Emma, che non ha risparmiato critiche al governo, sui ritardi nell’attuazione delle riforme strutturali, necessarie alla crescita, nonchè avanzato proposte, come contributo degli imprenditori al dibattito sulle misure da attuare per rilanciare lo sviluppo in Italia.

Un discorso, al di là delle valutazioni, che non ha fatto una piega, quello della Marcegaglia, con la concretezza e la serietà che sempre l’hanno contraddistinta.

C’è stato un episodio, tuttavia, che non può non essere preso in considerazione, e non può non essere definito “triste”. In platea, tra le migliaia di imprenditori, c’era anche Herald Espenhahn, il manager di Thyssen Krupp, condannato a oltre 16 anni di carcere, per omicidio volontario, in seguito al caso dell’esplosione nell’acciaieria torinese, a fine 2007, che provocò sette vittime.

Emma Marcegaglia ha criticato la sentenza, malgrado abbia confermato di essere favorevole a misure rigide per tutelare la sicurezza del lavoro, ma motivando la sua critica con il fatto che una sentenza per omicidio volontario non è stata mai emessa in nessuna parte in Europa, per reati connessi alla sicurezza sul lavoro, con il rischio che da ora possano fuggire investimenti dall’Italia.

Fin qui, una difesa d’ufficio neanche incomprensibile, dato che la Thyssen è membro di Confindustria. Ma quando è stato pronunciato il nome del dirigente tedesco Espenhahn, dalla platea si è levato un applauso, che ha lasciato sconcertati molti, fuori da Confindustria; tanto che ieri lo stesso Ministro Calderoli è intervenuto sulla faccenda, affermando che quell’applauso lo ha disturbato, perchè non c’era proprio nulla da applaudire, chiedendo a Confindustria di fare “mea culpa”, quando ha tra i suoi iscritti persone che non hanno rispettato le leggi, mettendo in pericolo la vita dei lavoratori.

Adesso, si spera che almeno formalmente via dell’Astronomia prenda le distanze dal gesto, perchè sarebbe avvertito dall’opinione pubblica come un assenso al mancato rispetto della vita dei lavoratori.

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Giuseppe Timpone