Ieri, il consiglio direttivo della BCE, presieduto dal governatore Jean-Claude Trichet, si è tenuto a Helsinki, in Finlandia, lo stato al centro dell’attenzione della UE, dopo la vittoria alle elezioni del mese scorso del partito della destra anti-salvataggi, “Veri Finlandesi”, che osteggia gli aiuti verso il Portogallo.
Come ogni mese, la riunione del board di Francoforte riguardava il da farsi sulla politica monetaria e subito dopo il governatore ha confermato i tassi all’1,25%, il livello a cui erano stati alzati il mese scorso.
Le parole pronunciate da Trichet sono state valutate dai mercati come un rinvio della stretta prevista già a giugno, su cui molti traders avevano scommesso. Il presidente della BCE, invece, pur avendo confermato la sua attenzione sui prezzi, non ha utilizzato l’espressione “BCE è molto vigile”, che viene pronunciata in occasione dell’imminenza di una stretta.
Quindi, adesso, le attese sono per un rialzo a luglio, che era nei fatti il mese su cui si puntavano le attenzioni da tempo, anche se poi, nelle ultimissime settimane, gli era stato preferito giugno, in quanto i mercati sono molto convinti della politica di stretta severa di Francoforte.
E’ bastato il rinvio di un mese, nelle attese rialziste sui tassi, per fare scivolare l’euro da quota 1,49 contro il dollaro a quota 1,45, ai minimi da diverse sedute.
Tuttavia, nulla cambia in termini di strategia restrittiva della politica monetaria. Semplicemente, il board della BCE ha tenuto in considerazione che dare vita a un altro rialzo a distanza di soli due mesi dal precedente sarebbe stata probabilmente una misura molto forte.