Pare che non si riesca a mettere un punto ai guai che la Sony è costretta ad affrontare in questi ultimi mesi. Ieri, infatti, un nuovo attacco hacker ad uno dei suoi servizi online ha compromesso i dati di altri 24,6 milioni di clienti del colosso nipponico. I servizi Sony Online Entertainment sono stati immediatamente sospesi. I dati dei conti rubati salgono ad oltre 100 milioni. I dirigenti della Sony hanno prontamente risposto che in questo attacco non sono stati violati i dati sulle carte di credito ma, alcune fonti attendibili dichiarano, invece, che gli hacker potrebbero aver rubato i dati delle carte di credito a 12.700 conti non americani e 10.700 numeri di conto correnti bancari da un «datato database del 2007».
Secondo l’associazione italiana Adoc, circa 200 mila utenti italiani iscritti al servizio sono a rischio. L’associazione, per questo, chiede alla Sony, attraverso una procedura di conciliazione, di provvedere subito al risarcimento per i danni subiti dal furto dei dati trafugati.
«Siamo preoccupati – ha dichiarato il presidente dell’Adoc, Carlo Pileri – per la sicurezza dei dati sensibili online, gli attacchi hacker ai server di Sony rappresentano una nuova forma di terrorismo.Ora l’azienda deve provvedere all’immediato risarcimento dei danni subiti dagli utenti del servizio Sony Online Entertainment, i cui dati sensibili, compresi quelli delle carte di credito, sono stati rubati, come ammesso dall’azienda stessa. Nonostante le comunicazioni di Sony non indichino l’Italia come uno dei Paesi in cui si è verificato il furto dei dati, stimiamo che siano a rischio circa 200mila utenti italiani. Per questo abbiamo richiesto a Sony un incontro per attivare una procedura di conciliazione con cui risarcire gli utenti dei servizi online, sia Sony Online Entertainment che Playstation Network, che hanno subito un danno dalla violazione e dal furto dei dati personali. Abbiamo ricevuto migliaia di richieste e di segnalazioni da parte degli utenti italiani, che lamentano il furto dei propri dati personali, dall’email alla password dell’account fino ai dati della propria carta di credito. Chi ha subito un danno dal furto dei dati personali ha il pieno diritto di essere risarcito».
Anche dall’altra parte dell’Oceano si sta provvedendo a richiedere chiarimenti a riguardo. In Australia, infatti, la Sony è stata accusata di non rispettare le leggi locali sulla privacy che impongono l’immediata distruzione dei dati bancari raccolti.
Nonostante i ripetuti tentativi di chiarire la posizione della società, tuttavia, Sony Australia si rifiuta di confermare se è conforme alla legge sulla privacy nel trattamento di informazioni personali del cliente. Anche in questo caso, svariati milioni di account australiani potrebbero essere stati rubati nei diversi episodi di attacco da parte degli hacker.