Sconfitta bruciante per Fiom, la federazione dei metalmeccanici della Cgil, che si era espressa contraria all’accordo tra Fiat e sindacati, sul salvataggio dello stabilimento ex Bertone. Il referendum di ieri ha sancito un voto plebiscitario, senza se e senza ma, per il sì: 550 lavoratori contro appena 55 no.
Il voto di ieri, quindi, approva l’accordo per salvare il posto di lavoro dei 1100 dipendenti dello stabilimento, in cassa integrazione da sei anni, con un risultato ben oltre le più rosee previsioni.
Sì, perchè la ex Bertone è una fabbrica molto sindacalizzata, in cui Fiom spadroneggia, tanto che erano in tanti a prevedere un risultato in bilico o addirittura una vittoria dei no. Fiom, in effetti, avrà sentito odore di sconfitta e contenuta anche da ordini della segreteria confederale non ha potuto e voluto dare una indicazione formale di voto per il no, sebbene abbia in realtà lavorato per questo.
La vittoria dei sì, con il 93% dei consensi, pone le basi ancora una volta per un forte ridimensionamento dei metalmeccanici di Fiom, che è stata già battuta in tutti e tre gli stabilimenti, in cui i lavoratori hanno avuto la possibilità di esprimersi: Pomigliano d’Arco, Mirafiori e la ex Bertone, appunto.
Con il sì di ieri, Fiat si impegna a stanziare 550 milioni di euro per investimenti, al fine di produrre un nuovo modello di Maserati, entro la fine del 2012, per un livello di 50 mila veicoli all’anno. Grazie a questo investimento, tutti i 1100 cassintegrati, che non lavorano ormai da sei anni, nello stabilimento di fatto dismesso, potranno tornare al lavoro.