Difficile, tuttavia, che il governatore Lombardo attenda ancora altri quattro mesi, prima di conoscere la sua sorte politica; probabile che tenterà per la quinta volta, in meno di tre anni, di rimpastare la sua giunta, magari puntando alle divisioni interne al Partito Democratico, abilità che ha dimostrato, soffiando sul fuoco delle crepe del Pdl già due anni fa.
Nell’isola l’insoddisfazione degli elettori è crescente e diffusa. Il governo regionale, ad oggi, non ha brillato per riforme e incisività e dopo l’approvazione della riforma sanitaria, imposta da Tremonti agli inizi del 2009, la crisi politica e dell’allora alleanza di centro-destra che sosteneva la giunta ha impedito una qualsivoglia possibilità di legiferare in modo programmatico e compiuto.
Dalla stessa assemblea del Pd si parla di luci e ombre dell’esperienza al governo della regione. Il punto centrale è dettato dalla profonda illusione e rabbia degli elettori del Pd, che si sono visti accollare l’esperienza di un’amministrazione già fallimentare, alleati di un movimento, l’Mpa, accusato esplicitamente di clientelismo proprio dalle parti del centro-sinistra. E i vertici del Pd non escludono affatto di presentarsi alle prossime regionali insieme a Lombardo e al suo partito, così come insieme al finiano Fli.