Sicilia, governo Lombardo verso la crisi

I primi esisti dell’assemblea regionale del Partito Democratico, che sostiene la giunta del governatore Raffaele Lombardo, da settembre dello scorso anno sono stati persino più chiari di quanto non si pensasse: il Pd sta per togliere la fiducia al governo regionale, ponendo fine all’esperienza dell’inedita alleanza con Fli, Udc, Mpa e Api. Esulta l’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco, esponente dell’ala liberale del partito, il quale si è sempre battuto contro la linea di Anna Finocchiaro, che, al contrario, ha spinto per l’ingresso del Pd nella quarta giunta Lombardo. I passi per giungere alla fuoriuscita dall’amministrazione di Palermo sono segnati dalla scadenza di giugno, entro il quale verranno stabiliti i criteri per indire il referendum interno, in cui gli iscritti al Pd saranno chiamati ad esprimersi sulla volontà o meno di restare in giunta, e poi a settembre dovrebbe tenersi il referendum.

Difficile, tuttavia, che il governatore Lombardo attenda ancora altri quattro mesi, prima di conoscere la sua sorte politica; probabile che tenterà per la quinta volta, in meno di tre anni, di rimpastare la sua giunta, magari puntando alle divisioni interne al Partito Democratico, abilità che ha dimostrato, soffiando sul fuoco delle crepe del Pdl già due anni fa.

Nell’isola l’insoddisfazione degli elettori è crescente e diffusa. Il governo regionale, ad oggi, non ha brillato per riforme e incisività e dopo l’approvazione della riforma sanitaria, imposta da Tremonti agli inizi del 2009, la crisi politica e dell’allora alleanza di centro-destra che sosteneva la giunta ha impedito una qualsivoglia possibilità di legiferare in modo programmatico e compiuto.

Dalla stessa assemblea del Pd si parla di luci e ombre dell’esperienza al governo della regione. Il punto centrale è dettato dalla profonda illusione e rabbia degli elettori del Pd, che si sono visti accollare l’esperienza di un’amministrazione già fallimentare, alleati di un movimento, l’Mpa, accusato esplicitamente di clientelismo proprio dalle parti del centro-sinistra. E i vertici del Pd non escludono affatto di presentarsi alle prossime regionali insieme a Lombardo e al suo partito, così come insieme al finiano Fli.

E fu così che pur di fare uno sgarro a Berlusconi e governare a Palermo per qualche mese, il Partito Democratico si è sputtanato più di quanto fosse lecito,  non potendo oggi neanche lontanamente pensare di presentarsi alle urne siciliane quale partito di cambiamento e di alternativa all’esperienza fallita e piuttosto triste dei governi Lombardo.

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