Forse quello di oggi non sarà un Primo Maggio come tutti gli altri. La festività dedicata al mondo del lavoro, infatti, quest’anno cade in una fase di profonda divisione interna al mondo sindacale, con spaccature ormai non più sanabili tra Cgil da una parte, e le altre sigle più importanti dall’altra, come Cisl e Uil.
Il caso dei rinnovi contrattuali negli stabilimenti Fiat di Pomigliano d’Arco e di Mirafiori ha irrimediabilmente offerto l’immagine di un sindacato diviso, non tanto e solo su una singola questione aziendale, quanto sul modo complessivo di intendere il ruolo del sindacato e il suo rapporto con il mondo del lavoro e delle istituzioni.
Oggi, a Marsala, i sindacati ribadiranno l’unità di tutte le sigle sulla difesa del lavoro, anche in un momento storico così difficile quale quello attuale, confermando le ragioni del lavoro, e mettendone in risalto il valore, rispetto ad altri fattori dell’economia. Ma tutti sanno che saranno unità d’intenti di pura facciata. La gestione di Susanna Camusso, alla segreteria confederale della Cgil, ha radicalizzato lo scontro con il resto del mondo sindacale, spinta dai moti massimalisti interni al suo mondo sindacale e provenienti, in particolare, proprio da quella Fiom, che ha impedito un accordo unitario sulla questione del rilancio di Fiat, in Italia.
Non ultime, le polemiche sull’apertura dei negozi a Firenze e a Milano, che ha per l’ennesima volta viste contrapposte la Cgil, contraria all’iniziativa, e Cisl e Uil, che hanno accolto con moderato favore la volontà dei Primi Cittadini delle due città di rilanciare il volto urbano, in giorni così vivaci per il mondo del commercio e dei servizi, in genere.