In questi ultimi due giorni sono giunti dall’istituto di statistica Istat i dati sull’occupazione e sull’andamento dei prezzi, che confermano in buona parte le previsioni degli analisti. Il tasso di disoccupazione a marzo è leggermente salito all’8,3%, dopo avere registrato un calo nei mesi precedenti. A febbraio, il dato era dell8,2%, 40 mila disoccupati in meno. Ma su base annua, il tasso di disoccupazione registra una flessione dello 0,2%. Colpisce, invece, in negativo, il dato sulla disoccupazione giovanile, attestatosi al 28,6%, tre volte e mezzo il dato generale, che indica come il problema dell’occupazione riguarda soprattutto la fascia dei giovani, di età compresa tra i 15 e i 24 anni.
In realtà, la crescita del dato della disoccupazione, in una fase di pur flebile ripresa, potrebbe anche indicare un fattore positivo, ossia il ritorno sul mercato del lavoro di persone che in precedenza avevano rinunciato a cercare lavoro, non figurando più tra i disoccupati, bensì tra la popolazione inattiva. E questo potrebbe essere determinato dalla migliorata situazione del mondo del lavoro, che starebbe risentendi dei benefici della ripresa economica in atto.
Più allarmante il dato sull’inflazione ad aprile, che arriva al 2,6%, un dato così alto non lo si vedeva dal novembre 2008, mentre da rimarcare è anche l’aumento su base mensile, pari allo 0,5% su marzo, quando il tasso annuo era la 2,5%. Un dato tendenziale così alto che non si verificava dal luglio del 2008, ossia dai mesi più intensi della speculazione sulle materie prime.
E anche in questo caso a causare lo sprint dell’inflazione è stata la corsa dei prezzi energetici, che si è ripercossa negativamente anche sul settore trasporti.