Persino i bookmakers, che scommettono su tutto, danno la puntata su Draghi a 1,14, in caso positivo, ossia su 100 euro scommessi sul governatore di Bankitalia, se ne vincono solo 114, il che conferma come le previsioni siano ormai in suo favore.
Certo, i tedeschi vorranno mettere il loro imprimatur sul nome del successore di Trichet; non è improbabile che richiedano formalmente a Draghi, in caso andasse alla presidenza della BCE, di non caldeggiare ulteriori salvataggi, molto sgraditi a Berlino e agli elettori tedeschi inferociti per il lassismo di mezza Europa, sui conti pubblici.
Che, comunque, Mario Draghi sia sempre più vicino a Francoforte, tuttavia, non è un mistero, tanto che a Roma si parla già del suo successore. E se Draghi a ottobre dovesse partire per la Germania, all’interno del governo si cominciano a contrapporre due fazioni ben distinte per mettere le mani su Palazzo Koch; da una parte Tremonti, che vorrebbe alla guida di Bankitalia uno tra Lorenzo Bini Smaghi, già nel board della BCE, o Vittorio Grilli, attuale direttore del Tesoro, il posto che fu di Draghi.
Bini Smaghi, in qualità di componente italiano, nel caso di nomina a governatore di Draghi, dovrebbe dimettersi, per lasciare il posto a un uomo francese. Verrebbe ben visto da Tremonti, che però ha forti simpatie anche per Grilli, con cui collabora al ministero.
I berlusconiani non sono contenti di avere un altro tremontiano ai vertici delle istituzioni finanziarie italiane, per cui sondano il terreno, per contrapporre un latro nome. Il premier non vuole lasciare la vittoria a Tremonti, che sta giocando sempre più una partita tutta sua nel governo.