Non c’è delusione tra gli operatori, che non si attendevano nulla di diverso da quanto detto da Bernanke. Le prospettive di breve periodo rimangono immutate, tali per cui è prevedibile un aumento del differenziale tra i tassi europei e quelli USA. Se da oggi a fine anno si dovessero confermare le aspettative rialziste sui tassi di riferimento della BCE, il differenziale tra tassi europei e americani schizzerebbe all’1,75% o 175 punti base, rimanendo stabili i tassi zero della Fed.
E per questa ragione, in mattinata, il dollaro apre debole nei confronti delle valute principali, euro in testa, smentendo le parole del Ministro del Tesoro, Timothy Geithner, su una presunta strategia dell’amministrazione Obama, che punterebbe su un dollaro forte; parole smentite da oltre due anni di politiche Bernanke-Obama, nonchè dalla politica monetaria accomodante, annunciata dalla Fed.
Nei prossimi mesi, dunque, la debolezza del dollaro dovrebbe continuare, spingendo gli investimenti sui metalli preziosi e sulle materie prime, che purtroppo saranno destinati a vedere crescere il loro prezzo, con possibili ripercussioni negative sulla crescita mondiale. Grazie a Obama e a Bernanke.