A Roma oggi si tiene l’incontro intergovernativo tra Italia e Francia, che vede il faccia a faccia tra il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e il Presidente francese, Nicolas Sarkozy. Si tratta della prima visita tra i due, dopo l’esplosione delle tensioni sulla guerra in Libia e il caos immigrazione, che ha visto i due stati confrontarsi e litigare sulla gestione dei flussi. Ancora ieri uno stretto consigliere di Sarkozy aveva polemizzato contro l’Italia per la sua politica di rilascio dei permessi di soggiorno in favore dei clandestini sbarcati sulle coste italiane. I dossier aperti tra i due Paesi sono diversi e tutti di grande importanza. L’Italia rimprovererà alla Francia di essere stata abbandonata nella gestione dell’immigrazione dal Nordafrica e la Francia chiarirà che non potrà accogliere clandestini dall’Italia attraverso l’escamotage dei permessi di soggiorno. Entrambi, infine, dovranno uscire con una dichiarazione di intenti, che non sarà risolutiva delle tensioni profonde delle scorse settimane.
Ieri, in vista proprio del vertice di oggi, il governo italiano ha acconsentito all’uso delle basi italiane per operazioni di bombardamento di obiettivi militari in Libia, al fine di dare una svolta a una situazione di stallo sul campo di Tripoli. Una decisione che ha reso contenti gli americani, con un Barack Obama che ha ringraziato l’Italia per l’ennesimo contributo alla questione libica, ma che ha senz’altro accontentato soprattutto la Francia, che l’intervento militare lo ha sempre voluto per prima, così come l’intensificazione dell’escalation contro Gheddafi.
Un gesto, quello di Berlusconi e il suo governo, che cerca di mettere l’Italia nelle condizioni di trattare da un piano di maggiore capacità di convincimento sulle proprie ragioni, sebbene l’impopolarissimo in patria Sarkozy non potrà cedere formalmente alla richieste italiane, pressato dal crescente consenso per la destra del Fronte Nazionale, che gli sta rubando elettorato e appeal.
E nell’incontro di oggi si parlerà anche di Parmalat, con i due leader che difenderanno le azioni dei rispettivi gruppi industriali e bancari, ma con un Sarkozy, in questo caso, costretto a prendere atto che non è proprio aria e che il procrastinarsi della questione di Lactalis è qualcosa che non può giovare agli interessi francesi, come il decreto anti-scalate varato da Roma ha voluto dimostrare.