Accantonati i festeggiamenti per il 25 aprile, torna alla ribalta il dibattito sulla necessità di modificare la Costituzione.
Il sasso è lanciato stavolta da Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, che in un’intervista rilasciata al “Riformista” sottilinea i punti che, a giudizio della maggioranza, dovrebbero costituire materia di un prossimo intervento di revisione costituzionale.
Il ragionamento di Cicchitto prende le mosse dalle vicende giudiziarie del Presidente del Consiglio.
Secondo l’esponente del Pdl, quella che si è verificata dal 1994 ad oggi non è altro se non una aggressione giudiziaria nei confronti del Premier, culminata, negli ultimi due anni, con le intercettazioni telefoniche delle serate di Arcore.
“Ditemi voi se questa attività non può essere definita eversiva” – afferma Cicchitto, che passa poi a descrivere quali sono gli interventi che la maggioranza ha in cantiere.
“Abbiamo depositato – afferma il Presidente dei deputati del Pdl – la nostra proposta di riforma costituzionale della giustizia ma l’ostruzionismo della sinistra ci impedisce di attuarla in modo condiviso“.
Ma la riforma della giustizia, con la divisione del Csm e la revisione dell’obbligatorietà dell’azione penale, non è l’unico tema che la maggioranza intenderebbe sottoporre al Parlamento.
La revisione toccherebbe infatti anche i poteri del Premier: “Bisogna dotare il Presidente del Consiglio di prerogative adeguate” – afferma Cicchitto, che prosegue – “Il Premier dovrebbe poter revocare i Ministri e sciogliere le Camere“.
Lotta al giustizialismo e ampliamento dei poteri del Presidente del Consiglio sono dunque le parole d’ordine che dovrebbero guidare il percorso di riforma costituzionale che il Pdl intende avviare.
L’intervista si chiude poi con un’altra proposta, destinata ad infiammare ancora il dibattitto politico e a suscitare reazioni da parte dell’opininione pubblica.
“Se la sinistra – sottolinea Cicchitto – fosse meno impegnata a rispondere alle sirene del giutizialismo e si scrollasse di dosso questa perversa cultura delle manette, avremmo già potuto reintrodurre il sistema dell’immunità parlamentare“.