Obiettivo del piano era il rilancio dell’edilizia, settore particolarmente pro-ciclico, che nei momenti di crisi è subisce più degli altri gli effetti negativi della recessione, mentre è in grado di rilanciare le economie locali, anche precedendo la ripresa degli altri settori, nelle fasi espansive, con la creazione di posti di lavoro.
Il piano, come sappiamo, finì in una bolla di sapone, con l’ostruzionismo delle regioni, che fecero ognuna di testa propria, certamente svuotando le iniziative messe in campo allora dall’esecutivo nazionale, e bloccando le misure.
Adesso, il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, sembra aver ripreso in mano il piano e ha deciso di reintrodurre il piano casa, con la previsione della possibilità di ampliamento della cubatura del 20-30%, attraverso una dichiarazione semplificata, nonchè senza che gli enti locali possano stavolta bloccarne l’attuazione, avvalendosi il governo, nei limiti previsti dalla Costituzione, della possibilità di supplire le regioni, nel caso di una loro non attuazione delle norme nazionali.
Soddisfatta la categoria dei geometri, che vedrebbe rilanciato il progetto ad essa tanto caro. La sensazione è che in questa occasione Tremonti non voglia fallire, puntando sul mattone, per fare ripartire un settore fortemente provato dalla crisi. Una risposta indiretta, forse, alle critiche crescenti dall’interno dello stesso governo, che gli chiedono di adottare una politica di sostegno alla crescita.