Non sono rimasti senza conseguenze gli attacchi del Ministro dei Beni Culturali, Giancarlo Galan, contro il numero uno di via XX Settembre, Giulio Tremonti. Galan aveva attaccato a testa bassa l’operato del collega di governo, dalle colonne de “Il Giornale”, accusandolo di essere un socialista di centro-sinistra, non in grado di rappresentare le istanze liberali del popolo di centro-destra, da cui è culturalmente estraneo. Lo stesso ministro aveva poi palesato il suo imbarazzo a ripresentarsi alle elezioni politiche prossime, accanto a uno come Tremonti, il cui risultato in termini di operato al ministero si riduce alla messa in sicurezza dei conti pubblici, tema non spendibile in campagna elettorale. Il fatto, poi, che le critiche fossero provenute dalla prima pagina del quotidiano della famiglia Berlusconi aveva fatto circolare tante ipotesi, secondo cui vi fosse il placet, o quanto meno, la conoscenza da parte del premier delle dichiarazioni di Galan.
E, invece, nel pomeriggio di ieri, Palazzo Chigi ha emesso una nota, in cui si ribadisce il sostegno alla linea economica del Ministro Tremonti che, con misure sempre concordate nel governo, ha messo in sicurezza i conti dello stato, garantendo all’Italia stabilità. La nota prosegue, ringraziando Tremonti per quanto fatto in questi anni difficili e confermando l’estraneità del Presidente del Consiglio alle affermazioni di Galan.
E la nota ufficiale di Palazzo Chigi non poteva essere altrimenti, non potendo sconfessare l’operato di un ministro dello stesso governo. E, tuttavia, sono in pochi a credere che in cuor suo Berlusconi non abbia goduto, o almeno condiviso, le dichiarazioni di Galan, che poi altro non sono che la rappresentazione degli umori interni al Pdl.
E incontrando ieri Tremonti, dopo avergli ribadito stima e la totale estraneità ai fatti, il premier avrebbe chiesto una svolta economica, soprattutto in tema fiscale, confermando la volontà di procedere a una riduzione delle tasse. Da Tremonti ci sarebbe stata freddezza su questa ipotesi, poichè i conti dello stato non lo consentirebbero, mentre avrebbe più che altro insistito sulla necessità di semplificare e ridurre i controlli sulle imprese; temi su cui è intervenuto in questi giorni direttamente. Allo stesso incontro, poi, Tremonti avrebbe chiesto al premier di far cessare il “fuoco amico”: Berlusconi ha condiviso questa necessità.
Ma che le dichiarazioni di Galan restino le ultime contro il ministro dell’economia non è cosa che Berlusconi potrebbe assicurare. Nel Pdl e nel governo, la politica di Tremonti è stata troppo spesso subita e non condivisa. Troppe le volte in cui il ministro ha messo in imbarazzo il suo partito, con dichiarazioni dal sapore socialisteggianti, persino “no global”; troppe le volte in cui ha rinviato politiche di riduzione delle tasse, dando vita a balzelli e a limitazioni della concorrenza, che non possono rappresentare l’anima liberale del centro-destra. Troppo spesso Tremonti ha confuso il governo in cui opera con un esecutivo di sinistra-centro. Berlusconi lo sa e sa che ora ha dalla sua gli umori crescenti del partito, che da nord a sud si è stancato delle lezioni anti-capitalismo di Tremonti.