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Viterbo: detenuto morto in carcere

Published by
Tiziana Cazziero

Il fatto di cronaca è successo a Viterbo presso il carcere Mammagialla. Un senegalese di 30 anni si è sentito male la sera di sabato 16 aprile 2011, anche se la notizia è stata resa nota solo nelle ultime ore. Il giovane Dioune Sergigme Shoiibou è così deceduto in seguito ad un malore che l’ha colpito mentre si trovava nella sua cella. Il detenuto con il quale condivideva la stanza della prigione ha dato subito l’allarme, ma quando sono interventi i soccorsi, non c’era più nulla da fare. Secondo le prime indiscrezioni il decesso sarebbe sopravvenuto per collasso cardiocircolatorio e, nonostante sul corpo del trentenne non siano stati riscontrati segni di violenza, sono state aperte delle indagini sul caso per verificare con l’autopsia disposta dalla procura della Repubblica quali siano state le cause della morte del trentenne.

L’uomo era stato arrestato all’inizio del mese di febbraio e condannato a una pena di sei mesi, con la fine di questa prevista per il prossimo 2 agosto 2011. Inizialmente era stato detenuto nel carcere di Regina Coeli, successivamente è avvenuto il trasferimento al carcere di Viterbo. Nel mese di gennaio era stato sottoposto ad un intervento alla testa, a causa delle frequenti crisi epilettiche di cui era vittima. Gli era stato asportato un ematoma al cervello e nel carcere di Viterbo era stato sottoposto a diverse visite mediche e a una tac per appurare il suo stato di salute.

Questo caso apre l’ennesima discussione sulle vittime del carcere, proprio per lo stato di salute del detenuto. Angiolo Marroni – in qualità di garante dei detenuti della regione Lazio –  è intervenuto sulla vicenda esponendo il suo chiaro punto di disaccordo sulla vicenda e sui casi che colpiscono i detenuti malati in carcere. Ha infatti ribadito con parole precise e accusatorie: – “Quale che sia il responso dell’autopsia, è l’ennesima giovane vita finita in un carcere” – ha continuato esponendo i suoi dubbi su questo caso e sulla reale necessità che richiedesse la presenza del senegalese in carcere, per una pena lieve come quella che doveva scontare nonostante le sue condizioni di salute e sul perché sia stato disposto il suo trasferimento, visto che nel carcere di Regina Coeli avrebbe potuto avere cure più adeguate alle sue condizioni.

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Tiziana Cazziero