La Grecia è sempre più vicina al default, dopo che i mercati finanziari anche ieri hanno sentenziato in favore dei timori su una possibile ristrutturazione del debito di Atene. Ieri, le obbligazioni di stato decennali hanno riportato rendimenti superiori al 14%, con lo spread sui Bund tedeschi, che vola a quota 1061 punti base, o 10,61%.
Per non parlare dei rendimenti sui biennali, esplosi al 19,36%, in crescita di ben 85 punti base dall’ultima seduta. E proprio il segmento di più breve periodo, quale il biennale, ad esempio, è più soggetto al boom dei tassi, perchè viene individuato quale lasso di tempo probabile di un default greco.
E’ evidente che questo tipo di rendimenti non possa più continuare. Per ora, è il mercato secondario a subire l’esplosione dei tassi greci, ma l’anno prossimo, il governo di Atena dovrà rientrare sui mercati finanziari, per potere ottenere circa 27 miliardi di euro di liquidità, per finanziare l’enorme debito accumulato.
E i credit default swaps, che misurano il rischio di uno stato, sono a quota 1211 punti, ovvero il 12,11%. Si pensi solo che l’Italia, certamente non un Paese ben messo sotto il profilo del debito, ha un cds a 143 punti base, o 1,43%, circa 9 volte inferiore a quello greco. E per assicurarsi sul debito tedesco non bisogna pagare oltre lo 0,46%, o 46 punti base.
La probabilità che entro i prossimi 4 mesi la Grecia sia costretta a chiedere la ristrutturazione del suo debito, dunque, non è più un’ipotesi scolastica, ma diventa una delle ipotesi più accreditate, anche secondo il governo tedesco, che per bocca del suo Ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, la giudica inevitabile.