Ufficialmente Parigi spiega il blocco temporaneo, poi revocato sul tardi pomeriggio, con la cautela dovuta alla manifestazione dei no-global a Ventimiglia, di un centinaio di persone a sostegno degli immigrati nordafricani. In realtà si è trattato, con tutta evidenza, di un espediente dei francesi per evitare l’ingresso dei clandestini, che a centinaia si stanno spingendo a ridosso delle frontiere con la Francia, per raggiungere amici e parenti. In seguito al blocco la Farnesina ha protestato, dichiarando che quanto messo in atto dalla Francia è in contrasto con le regole comunitarie.
Regole, che secondo la UE, come dirà oggi in mattinata, non sono state violate dalla Francia, così come non sono state infrante dall’Italia. Una posizione di un colpo al cerchio e uno alla botte, quella di Bruxelles, che nella sua ignavia rischia di creare spaccature fortissime tra gli stati membri, non prendendo posizioni chiare, per non scontentare nessuno. E tra Italia e Francia, in questi giorni, è stato forse raggiunto uno dei punti minimi nelle relazioni bilaterali che il vertice italo-francese previsto per il 26 aprile prossimo dovrà affrontare. L’inasprimento dei rapporti tra Italia e Francia ha avuto inizio con l’intervento in Libia voluto da Parigi, che ha altresì richiesto il comando delle operazioni militari, senza neanche consultare il nostro Paese. E’ evidente che la questione immigrazione avrà ripercussioni piuttosto pesanti tra i due stati membri della UE, con una previsione di ripicche recpiroche su temi di volta in volta diversi. Il primo appuntamento valido per testare il tasso di astio tra Italia e Francia sarà a giugno, quando si deciderà il prossimo governatore della BCE. La Francia dovrebbe convergere sull’italiano Mario Draghi, ma a questo punto niente è più scontato.