L’aumento dei tassi di riferimento nell’Eurozona inevitabilmente ha determinato una crescita dei tassi Euribor a tre mesi, attualmente all’1,33%, i quali sono di riferimento per il calcolo dei tassi per i mutui, nella zona euro.
E così, dopo due anni di tassi fermi, coloro che hanno preso a prestito un mutuo a tasso variabile dovranno fare i conti con l’aumento della rata, che sarà più pesante soprattutto per i contratti stipulati più recentemente, dato che la quota capitale su cui gravano gli interessi è ancora molto alta. Per quanti, invece, hanno superato almeno la metà della durata del mutuo, l’aumento sarà molto contenuto e coloro che si trovano verso la fine del contratto subiranno aumenti quasi impercettibili, in quanto la loro quota capitale è ormai minima, e, quindi, saranno bassi anche gli interessi su di essa gravanti.
Va da sè che chi ha contratto un mutuo a tasso fisso non avrà ripercussioni sulla rata mensile, sebbene abbia pagato interessi più alti già negli anni passati, in considerazione dei bassi livelli dei tassi sul mercato.
E, tuttavia, è fuorviante il giudizio allarmistico delle associazioni dei consumatori, che parlano di stangata e di famiglie sul lastrico, perchè le faniglie italiane storicamente non hanno mai goduto di interessi così vantaggiosi sui mutui, come in questo periodo.