Solo pochi giorni fà, il Presidente della Banca Mondiale, Robert Zoellick, aveva lanciato l’allarme sulla crescita eccessiva dei prezzi alimentari, che ha determinato il piombare di 44 milioni di persone nel mondo sotto la soglia di povertà, con una tendenza che potrebbe proseguire, se non si arrestasse il boom dei prezzi alimentari.
I prezzi del mais, tanto per fare un esempio, sono esplosi in meno di un anno, del 74%, mentre quelli del grano del 69% e dello zucchero del 21%. Lo stesso Zoellick ammoniva, la scorsa settimana, che un ulteriore aumento dei prezzi del 10% in media, potrebbe fare cadere sotto la soglia di povertà altri 10 milioni di persone e se la crescita continuasse addirittura di un altro 30%, sarebbero 34 milioni in più i poveri nel pianeta.
L’allarme del Food Price Watch è stato condiviso ieri dal governatore Mario Draghi, il quale ha ribadito la necessità che siano date risposte rapide alla crescita vertiginosa dei prezzi delle materie prime, che potrebbero incidere negativamente sulla fuoriuscita dalla crisi dei Paesi occidentali.
Il monito di Draghi e Zoellick era giunto, peraltro, in concomitanza del vertice di Washington del G20, dove si era raggiunto un accordo, nel fine settimana, sui cosiddetti “squilibri globali”, individuando gli indicatori finanziari da monitorare.
Allo stesso vertice, poi, è stato concordato un più stretto monitoraggio sui prezzi delle commodities, che, tuttavia, non dovranno essere soggetti a tetti massimi, come chiedevano gli USA di Barack Obama, in un’inedita veste di regolatori del mercato.
Continuando nella sua analisi, Draghi ha però espresso ottimismo sulla situazione futura dell’economia, che a suo avviso, nonostante certe nubi sui mercati, dovrebbe tendere al miglioramento.