E’ stato fino ad oggi un argomento tabù, se non altro perchè la leadership di Berlusconi, all’interno del Popolo della Libertà, non è mai stata messa in dubbio da nessuno, breve parentesi dei finiani a parte. Tutte le componenti interne al Pdl, e anche dell’alleato di ferro, la Lega Nord, non hanno mai esitato a dare il massimo sostegno alla figura del presidente e fondatore del partito e di tutto il centro-destra italiano. Ma il 2013 si avvicina, per lo più in un clima da scontro totale tra le due coalizioni principali, nonché di perenne campagna elettorale. E così qualche giorno fa, è stato lo stesso Silvio Berlusconi, in un’intervista rilasciata al “The Wall Street Journal” ad affrontare il nodo della successione, ipotizzando di non ricandidarsi alle elezioni politiche del 2013.
Qualche giorno prima era stato lo stesso premier che alla stampa italiana aveva dato il nome di Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, quale possibile candidato al Quirinale, sempre nel 2013. Da tempo, non è un mistero, il nome di Letta viene considerato il più papabile per succedere a Giorgio Napolitano, come Capo dello Stato, per il suo basso profilo e per la stima che ha sempre ricevuto da entrambe le parti politiche, insolito per un Paese come l’Italia.
Ma il vero nodo resta la candidatura a premier e alla guida del Pdl, tra due anni. Sempre nell’intervista al WST, il Premier Berlusconi aveva adombrato l’ipotesi di lanciare la candidatura dell’attuale Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, quale futuro candidato premier del centro-destra, magari anche alla guida della stessa coalizione, riservando per sè solo il titolo di padre nobile del centro-destra, in particolare del Pdl.
Il nome di Alfano era girato anche prima del 14 dicembre, quando la sorte del governo era dubbia, dopo la sfiducia dei finiani all’esecutivo. Lo stesso Berlusconi, a fine novembre, aveva ipotizzato di lasciare la guida del governo nel 2012, per restare ministro e mettere Alfano alla guida dell’esecutivo, per dargli un anno di tempo, in vista del 2013, e lanciarlo così come candidato premier della coalizione. L’uomo adatto, secondo Berlusconi, in quanto giovane, del sud, e preparato e pronto alla mediazione.