Il capo dell’esecutivo ha voluto rassicurare i mercati, annunciando che subito dopo Pasqua verrà presentato un piano di risanamento, per reperire circa 23 miliardi di euro, pari al 10% del pil, per portare l’attuale rapporto deficit/pil, che si attesterebbe al 10,8% quest’anno, all’1% nel 2015. Obiettivo considerato utopico per i mercati, ma resta quello concordato con la UE e il Fondo Monetario.
La stragrande maggioranza di tali risorse dovrebbero arrivare da un piano di privatizzazioni, per circa 50 miliardi di euro, che avverrà, riducendo le quote delle partecipazioni statali in aziende strategiche nazionali, quali la società elettrica PPC, in cui le azioni dello stato dovrebbero scendere al 34%, dall’attuale 50% circa.
Sono poi previste misure di riduzione di benefici fiscali, per circa 2 miliardi, pari allo 0,9%, nonchè tagli ulteriori per 3 miliardi, a copertura del minore gettito previsto per quest’anno. Se questi tagli fossero prontamente attuati, possibilmente la Grecia potrebbe ridurre nel 2011 il suo rapporto tra deficit e pil, portandolo sotto il 10%.
Resta lo scetticismo degli investitori e delle istituzioni straniere, non tanto per le buone intenzioni del governo di Atene, quanto per le pressioni interne a cui esso è sottoposto, che spingono l’esecutivo a non adottare tutte le misure necessarie per fare uscire il Paese dalla morsa del debito, permettendogli di potere ripagare il prestito di 110 miliardi di euro, contratto con Europa e Fmi.