Il segretario della Cgil, Susanna Camusso, davanti ai 2000 delegati sindacati, riuniti per l’assemblea nazionale del sindacato, ha voluto ribadire le ragioni della manifestazione del 6 maggio, uno sciopero generale, sostiene, contro il governo e per chiedere un diverso mondo del lavoro.
Ne ha per tutti la Camusso, che prende la mira, soprattutto, contro il governo e il premier. Secondo il numero uno della Cgil, gli accordi separati non hanno apportato benefici ai lavoratori e chiede che si cambi registro sui contratti, con un secco no a quella che giudica la precarietà del lavoro.
Ribadisce, poi, che la Cgil scende in piazza per chiedere anche la tassa patrimoniale, che fornirebbe risorse necessarie da redistribuire ai lavoratori, e se la prende con il governo, il quale direbbe no alla patrimoniale, solo per difendere pochi ricchi.
L’idea della tassa patrimoniale non è nuova e prevederebbe la tassazione dei patrimoni superiori a 800 mila euro, secondo la proposta della Cgil, oltre i quali scatterebbe un’aliquota, che si applicherebbe però sull’intero patrimonio, non solo sulla quota superiore agli 800 mila euro.
Il governo ha già respinto con forza l’idea di una tassa sul patrimonio, in quanto l’esecutivo la considera una forma punitiva contro il risparmio delle famiglie, nonchè un disincentivo a produrre risparmi e a investire in ricchezza reale, quali immobili, alla base della tenuta del nostro Paese.
La stessa sinistra sarebbe in imbarazzo, di fronte a tale ipotesi. Sebbene molti, all’interno del Partito Democratico, appoggerebbero l’idea, sono in realtà pochi coloro disposti a dichiararlo pubblicamente, temendo che il Pd possa essere identificato come il partito delle tasse e contro la classe media.