Ma ieri, il Presidente di Bankitalia, Mario Draghi, si è mostrato meno convinto della possibilità che l’Italia possa raggiungere questi obiettivi di politica fiscale, senza il ricorso a manovre aggiuntive, escluse da Tremonti, che parla di bisogno di “manutenzione” dei conti pubblici.
Draghi ha affermato che il problema resta la crescita troppo debole, seppure gli ultimi dati sulla produzione industriale e sull’export, a gennaio e febbraio, siano in timida ripresa. Secondo il governatore, infatti, la crescita non solo resta debole, ma non starebbe migliorando l’occupazione, dato che diminuiscono i contratti a tempo indeterminato, mentre aumentano quelli precari, a parità di tasso di disoccupazione.
Per questo, aggiunge Draghi, da qui al 2014, se si vorrà raggiungere il pareggio di bilancio, sarà necessario reperire altri 35 miliardi, pari al 2,3% del pil, quindi, sarà necessaria una manovra o più manovre aggiuntive.
Non è la prima volta che emergono pareri discordanti tra il numero uno di Palazzo Koch e il Ministro dell’Economia Tremonti, adesso, peraltro, in una fase delicata, quale è quella che vede il governatore Draghi candidato molto papabile a succedere a Trichet, per la posizione di presidente della BCE.