La prova di forza che ieri sera la maggioranza ha offerto, approvando compatta il disegno di legge di riforma delle giustizia, non ha sopito i dissensi che negli ultimi giorni sono affiorati del Pdl, tanto da portare lo stesso Premier a paventare un possibile passo indietro. Nonostante la smentita del portavoce Bonaiuti, i principali giornali stranieri hanno pubblicato oggi anche i nomi di possibili successori, tra i quali spicca quello di Angelino Alfano. Procedendo con ordine, è possibile individuare nel voto di ieri un primo spartiacque, passato il quale, la maggioranza potrebbe tornare a dividersi.
I primi ad esprimere le proprie perplessità sono stati l’onorevole Mantovani e il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che hanno auspicato la convocazione di un congresso entro la fine della legislatura, precisando però che il leader è e rimarrà Berlusconi.
I due hanno individuato, tra le prime necessità del Pdl, quella di un pronto rilancio che “trasformi una sommatoria di quote in un partito vero“, aprendo dunque alla possibilità di introdurre nuovi cambiamenti.
Meno tenere le posizioni di altri due esponenti del Pdl. Si tratta di Altero Matteoli, ex esponente di An, pronto a chiedere che si avvii un processo di riforma delle strutture interne del Pdl, e dell’ex ministro Claudio Scajola che, dopo aver abbandonato per alcuni mesi la scena politica a seguito dello scandalo che lo ha coinvolto, è tornato ad occuparsi delle dinamiche interne del partito riunendo i suoi fedelissimi per sancire la “tregua”, promettendo però battaglia dopo le amministrative.
Tornando alla notizia di apertura invece, sembra avere qualche fondamento la possibilità che il Premier abbia considerato di fare un passo indietro.
Un’ ipotesi di questo tipo potrebbe realizzarsi già dalla prossima legislatura, con un impegno forte del Presidente del Consiglio in campagna elettorale ma con la candidatura a capo della coalizione di un nuovo personaggio di spicco.
Nel colloquio che si è tenuto ieri con alcuni giornalisti della stampa estera infatti, Berlusconi avrebbe addirittura ammesso di essere “stanco di avere un ruolo operativo” e avrebbe incoronato come successore Angelino Alfano.
Si prospettano dunque settimane difficili per l’intero panorama politico, con la crisi del Pdl che va ad aggiungersi a quelle, ormai perennemente in atto dal voto di fiducia del 14 dicembre dello scorso anno, dei partiti di opposizione.