L’esplosione è stata molto forte, tanto da distruggere la struttura della metropolitana che era stata inaugurata nel 1984. Inizialmente era stata avvalorata l’ipotesi di un cedimento strutturale, ma dopo le prime testimonianze che hanno chiaramente parlato di un forte boato partito dalla coda di uno dei due convogli, l’ipotesi dell’attentato è stata quella più convalidata. Lo scoppio è avvenuto all’altezza della fermata Oktiabrskaya – una stazione che si trova nelle vicinanze del palazzo presidenziale di Alexandr Lukashenko – . Questo luogo di transito ad andamento veloce vede ogni giorno una considerevole quantità di persone che utilizzano questi mezzi per spostarsi, un volume che coinvolge circa 2 milioni di persone al giorno.
Dopo aver accertato l’ipotesi di un’esplosione a scopo terroristico, il presidente Lukashenko ha dato subito mandato ai vertici del Kgb, in collaborazione con il Comitato per la sicurezza dello Stato, di mettere in moto la macchina delle indagini.
Il primo portavoce del paese a comunicare la notizia dell’attentato è stato il procuratore generale aggiunto di Minsk, Andrei Shved, il quale uscendo da una riunione straordinaria con il presidente avrebbe detto all’agenzia Ria Novosti : “Un attentato è stato commesso oggi alla stazione Oktiabrskaya”.
Questo sarebbe il primo attentato subito dalla Bielorussia. Un evento simile ma di portata decisamente inferiore è stato registrato nel 2008, quando un ordigno artigianale esplose il 4 luglio, causando una cinquantina di feriti, la deflagrazione avvenne in una via presso il centro della città di Minsk.