Il Salone del Vino a Verona, che sta dando vita alla manifestazione fieristica vinicola, in questi giorni, nota come Vinitaly, è un evento di tutto riguardo, con cifre che rendono bene l’idea dell’importanza del settore nell’economia del nostro Paese.
Lo stesso complesso espositivo è enorme, con 92 mila metri quadrati, suddivisi in undici padiglioni, per ben 4 mila espositori. Cifre immense, perchè immensa è la varietà dei vini, dal Piemonte alla Sicilia, con risultati sempre più vincenti sui mercati stranieri.
Nel 2010, l’export del vino ha dato una mano alla crescita complessiva delle esportazioni, crollate l’anno precedente. Il volume delle vendite di vino è cresciuto dell’8,1%, così come è cresciuto del 9,8% il valore delle esportazioni di vino, portando il valore al litro a +1,6%.
Il valore totale delle esportazioni di vino, tra il mese di gennaio del 2010 e il mese di novembre dello stesso anno (ultimo dato disponibile), è stato di 3,52 miliardi di euro, l’1,14% del totale delle esportazioni italiane, registrando un picco dell’1,36% per il mese di novembre.
E cresce la vendita dei vini meridionali, siciliani e pugliese in testa, che riscuotono un successo crescente di domanda in Germania, probabilmente grazie alla migliore capacità di immagine e di marketing delle aziende del sud.
E il vino non è soltanto orgoglio nazionale, ma dà lavoro a 1,2 milioni di persone, con la creazione di occupazione in ben 18 settori industriali, fino anche all’editoria. Un valore aggiunto, che contribuisce alla creazione di ricchezza nazionale.