Dopo mesi di forti resistenze da parte di Lisbona, quindi, le istituzioni del Paese non hanno potuto che prendere atto di una situazione insostenibile a livello finanziario, con i rendimenti sui titoli di stato decennali al 9%, e quelli annui quasi al 6%, portando lo spread con i Bund tedeschi a oltre 520 punti base.
Adesso, dopo la richiesta formale di aiuti del Portogallo, il governatore della BCE, Jean-Claude Trichet, si è detto disponibile a dare una mano a Lisbona, a condizione che il Paese lusitano presenti entro metà maggio un piano di risanamento in più punti, concordato tra i maggiori partiti portoghesi; condizione non agevole, perchè il 5 giugno si vota per le elezioni politiche anticipate, resesi necessarie proprio per mancanza di una maggioranza in grado di approvare il piano di austerità del governo. Come faranno, dunque, i partiti dei vari schieramenti a presentarsi uniti di fronte agli elettori, in piena campagna elettorale?
Il piano richiesto da Bruxelles richiede un ambizioso programma di riduzione del deficit, di privatizzazioni e di riforme strutturali, tra cui anche del sistema bancario, affinchè quest’ultimo sia reso liquido e solvibile. Il commissario europeo per gli affari monetari, Olli Rehn, ha confermato che la presentazione del piano è la precondizione indispensabile, affinchè il Portogallo possa ricevere sostegno da Bruxelles.