L’agenzia di rating Moody’s, nel corso di un workshop, organizzato dall’agenzia milanese dell’istituto internazionale, ha espresso parole di estrema importanza sul futuro dell’economia italiana, per mezzo di Alexander Kockerbeck, analista per il debito sovrano italiano.
Kockerbeck ha previsto per l’Italia un calo tendenziale del rapporto tra debito e pil, nello scenario di base. Secondo l’esperto di Moody’s, infatti, il nostro Paese dovrebbe registrare per l’anno in corso un tasso nominale di crescita del pil del 2,7%, per arrivare al 3,5% nel 2012, e attestarsi su quest’ultimo livello nei due anni seguenti. Ovviamente, il dato depurato dall’inflazione, prevista in media del 2% all’anno, dà un tasso annuo di crescita intorno all’1-1,5%, molto poco dinamico, ma di per sè sufficiente a stabilizzare il rapporto tra debito e pil, anche grazie a un miglioramento previsto del saldo primario (differenza tra entrate e spese, al netto degli interessi sul debito), il quale potrebbe arrivare a un attivo del 2% del pil, ma non oltre, in assenza di brutali mutamenti della politica fiscale.
Secondo Kockerbeck, punti di forza dell’Italia sono il suo basso debito privato e l’alto tasso di risparmio delle famiglie, mentre frenano l’outlook l’alto rapporto tra debito e pil. Per questo, Moody’s, spiega, ha voluto mantenere stabile il suo rating sul debito italiano, perchè non prevede peggioramenti della finanza italiana. L’Italia, però, aggiunge l’economista, è frenata nella crescita da un mercato del lavoro poco dinamico, che tiene ancora alto il livello di disoccupazione tra i giovani, così come sono poco dinamiche le esportazioni, cresciute nel 2010, ma meno della media degli altri Paesi.
Infine, un giudizio positivo sul federalismo fiscale, un’occasione per ridurre gli sprechi degli enti locali, con tagli previsti in tre anni di 13 miliardi di trasferimenti dallo stato alle regioni.