L’Ocse sottolinea il dato positivo della crescita autonoma, vale a dire quella che corre con le proprie gambe, indipendentemente dagli invertenti pubblici di stimolo fiscale e monetario.
Due sarebbero, però, secondo l’organizzazione di Parigi, i fattori da monitorare, e che lasciano margini di preoccupazione: disoccupazione e inflazione. Preoccupa, infatti, che il tasso di disoccupazione sia mediamente del 2% superiore ai livelli pre-crisi, malgrado un recupero evidente dell’occupazione, in atto dallo scorso anno.
Quanto ai prezzi, l’impatto delle materie prime è negativo, in quanto spinge al rialzo il tasso di inflazione, sebbene le grandi quantità di scorte ancora nella disponibilità delle imprese confermano una dinamica di fondo piuttosto stabile. Tuttavia, la situazione è tale, per cui l’Ocse consiglia di porre fine agli stimoli monetari e dare vita a una politica più restrittiva.
Conferma della ripresa è il livello dell’interscambio commerciale, superiore ai massimi raggiunti nella fase pre-crisi. A guidare la classifica della crescita del 2011 è il Canada, con una previsione del +5,2%, Germania a +3,7%, Francia a +3,4%, poi Stati Uniti a +3,1%, infine, Gran Bretagna con +3% e Italia ultima, a +1,1%. Non disponibili previsioni per il Giappone, in quanto il disastro dello tsunami rende parecchio oscillanti i dati sulla crescita, che potrebbero andare da un +3,3% a +5,2%.
In tutti i Paesi, infine, si conferma un’accelerazione del tasso di crescita nella seconda parte del 2011.