Il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, non è nuovo a proposte che hanno il sapore molto spesso del tono contro-corrente, del pensiero un pò sganciato dalle idee dominanti nel mondo dell’economia e della politica. E ieri ne ha dato un’ennesima prova, intervenendo al workshop di Cernobbio.
Tremonti non ha potuto non parlare del caso Parmalat e della concorrenza in generale, che spiega, ormai si fà tra continenti, quindi, a suo avviso, se si vuole tenere testa alla concorrenza globale, bisogna fare sistema, mentre in Italia si pensa sempre a fare spezzatini. E continua, sostenendo che una volta c’era l’Iri a organizzare il sistema, mentre oggi questo manca e se ne avverte il bisogno.
Inutile spiegare che queste parole hanno quanto meno il pregio dell’originalità, poichè nessuno nei due schieramenti politici principali ha mai rimpianto pubblicamente il vecchio carrozzone dell’Iri, mandato definitivamente in soffitta nell’anno 2000.
Ma Tremonti, si sa, è un nostalgico dello stato forte, della politica come guida dell’economia e non viceversa.
E lo fà intendere anche quando parla della scalata francese a Parmalat. Premdendo spunto dalla legge francese, dice che sarà ora possibile per lo stato italiano intervenire attraverso la cassa depositi e prestiti, che potrebbe creare un fondo aperto ai privati, da utilizzare quale fonte di acquisizione, anche transitoria, di un pacchetto di maggioranza della società.