Lo stress test sulle quattro più importanti banche di Dublino è stato impietoso e ha confermato che avrebbero bisogno di una barca di denaro, per ricapitalizzarsi a livello soddisfacente; per l’esattezza ben 24 miliardi di euro, al fine di raggiungere il target di core tier 1 al 10%, durante le fasi ordinarie, e del 6%, in fase di stress.
Il governo sta cercando di ristrutturare il mercato bancario, rifuggendo dalle vecchie recenti glorie di un piccolo stato con grandi banche, ma commisurando le realtà di credito irlandesi alle dimesioni del Paese celtico.
E così si pensa a fondere le grosse banche, con due nuovi grossi istituti, in grado di assicurare quella solidità ormai persa da mesi.
E i titoli delle rispettive banche hanno subito ieri andamenti contrastanti, con Bank of Ireland che vola letteralmente in borsa, per effetto dell’annuncio del governo di Dublino di una sua fusione, per la formazione di una nuova entità. Stessa sorte per Allied Irish Bank, che confluendo con EBS Building Society in una nuova banca di maggiori dimensioni, guadagna punti.
A picco, invece, l’altra banca, oggetto dello stress test, Irish Life & Permanent, che il governo avrebbe intenzione di nazionalizzare per un periodo transitorio.
Una cosa è tuttavia certa. Se fosse lo stato a dovere sganciare tutti e 24 miliardi necessari alla ricapitalizzazione delle maggiori banche del Paese, saremmo di fronte a un nuovo e imminente declassamento delle agenzie di rating.