Mancano 24 ore prima che si riunisca il cda di Parmalat, per decidere se procedere al rinnovo dell’assemblea il 12 aprile o prorogare il termine fino al 30 giugno massimo, scadenza prevista dal nuovo decreto antiscalate, messo in piedi dal governo, proprio per regalare alla cordata tricolore un paio di mesi di tempo per fare una contro-offerta.
Non è facile giungere a una decisione di rinvio, in quanto lo stesso cda ha di recente approvato il rinnovo per il 12 aprile, quindi, per modificare una propria decisione sarebbe necessaria una proposta motivata, quale una contro-opa, che al momento è in alto mare, dato che Ferrero resta alla finestra e non scioglie i dubbi, che di fatto hanno consentito alla francese Lactalis di potersi impossessare della maggioranza realtiva, con il 29% delle azioni di Parmalat.
I liquidi necessari per fare un’offerta e diventare azionisti di maggioranza sarebbero circa 3 miliardi, e al momento nessuno ha fatto intendere di volere sborsare alcunchè, sebbene vi siano in campo fondi, come Equinox e Palladio Finanziaria, pronti al sostegno dell’operazione. E Ferrero, con un fatturato annuo di 4 miliardi di euro, avrebbe la liquidità necessaria per dare una mano.
Granarolo, dal canto suo, è disponibile ad essere l’artefice di un polo alimentare, grazie a un’integrazione con Parmalat, ma non parla di contribuire finanziariamente all’operazione.
Insomma, resta un giorno di tempo per trovare un accordo di massima, e una proposta convincente da portare al cda, senza i quali il decreto anti-scalate sarà stato inutile.