Gli effetti complessivi sull’economia globale sembrano essere nulli, semmai ci sono piccoli spostamenti di tassi di crescita da alcune economie ad altre, ma sempre di lievi limature trattasi.
Le stime parlano di una crescita al 2,8% nel 2011 per gli USA, contro la precedente stima del 3%. Ma il pil americano salirebbe del 2,9% nel 2012, in crescita dello 0,2% sul dato precedente.
Al contrario, Eurolandia avrebbe quest’anno un tasso di crescita dell’1,6%, in precedenza era stato stimato nell’1,5%, così come in crescita risulta essere quello per l’anno prossimo, all’1,8%, in rialzo dello 0,1%, ma pur sempre di gran lunga al di sotto della media mondiale, che nel 2011 dovrebbe espandere la propria ricchezza annua del 4,4%.
In Giappone, gli effetti della catastrofe si dovrebbero fare sentire, con un calo previsto della crescita dello 0,2% sulla precedente stima, e un pil nipponico che nel 2011 crescerebbe dell’1,4%, contro un +2,1% nel 2012, in aumento dello 0,3% sui dati precedenti. Quindi, nessun danno serio all’economia del Sol Levante, che trasporrebbe qualche decimale di crescita da quest’anno all’anno prossimo.
Inutile dire che le star saranno ancora Cina e India, con un tasso di crescita previsto per il 2011 e il 2012 del 9,6% e del 9,5% per il primo Paese, e dell’8,2% e 7,8% per il secondo. E ciò nonostante Pechino abbia fissato un target quinquennale di crescita al 7%.