Ci si prepara alle nuove elezioni, le amministrative che si terrano tra poche settimane, ma la situazione televisiva in merito a questi imminenti cambi in politica sembra non subire variazioni rispetto a ciò che successe l’ ultima volta. Sembra così che anche questa volta tornerà il “bavaglio“, con la differenza che dovrebbe essere proposto dalla fazione opposta.
Se infatti lo scorso anno l’ idea di estendere la par condicio a tutte le trasmissioni di approfondimento arrivò da parte del membro PD Marco Beltrandi, quest’ anno a chiedere questo provvedimento dovrebbe essere il PDL coadiuvato dalla LEGA. Infatti è attualmente in fase di esamina in Commissione una bozza di emendamento che prevede all’ interno dei programmi d’ approfondimento in periodo politico lo stesso regolamento e “galateo” di conduzione e moderazione utilizzato all’ interno delle arene politiche.
E proprio chi di arene politiche se ne intende ha espresso il suo parere riguardo quella che potremmo chiamare “Legge Bavaglio 2.0“. Stiamo parlando di tre elementi chiave della squadra RAI e cioè Giovanni Floris, Michele Santoro e Bruno Vespa. Quest’ ultimo, conduttore di “Porta a Porta” afferma che l’ idea di base è buona, ma che ci sono metodi diversi e più liberali per poter dar vita ad un dibattito equilibrato. Floris, presentatore di “Ballarò“, si schiera totalmente contro l’ emendamento, facendo riflettere sull’ impossibilità di seguire le sue regole e sui sicuri ricorsi che ne potranno seguire. Santoro, che da anni è uno dei “problematici” con il suo “Annozero“, è sicuro che con l’ approvazione di tale regolamento si andrà inevitabilmente alla chiusura dei programmi di approfodimento, così come è avvenuto lo scorso anno.