L’inchiesta parte in seguito ad alcune incongruenze, la cui origine è proprio il 26 gennaio, quando i fondi scandinavi di Skagen As, Zenit e MacKenzie smentiscono a mezzo stampa che vi siano operazioni in corso con Lactalis, per la vendita di azioni in loro possesso, salvo poi effettuare la vendita del 15,3% complessivo dei titoli alla società transalpina, il 2 febbraio, cioè a distanza di una settimana dalla dichiarazione.
Come sappiamo, poi gli stessi fondi venderanno un ulteriore quota, agli inizi della settimana scorsa, facendo giungere Lactalis al 29% delle azioni Parmalat, diventando azionista di maggioranza relativa dell’azienda lattiera italiana.
La Procura insinua che la smentita degli scandinavi abbia potuto turbare l’andamento delle azioni, favorendo l’acquisizione da parte di Lactalis, attraverso un accordo non dichiarato tra le società, ai danni, eventualmente, dei piccoli azionisti.
Lactalis si è detta serena delle indagini, avendo a suo dire effettuato la scalata, seguendo le regole italiane, senza trasgredire le leggi.