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Gioventù ribelle, il videogioco-scandalo sull’Unità d’Italia

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Ferdinando Sonnessa

L’Unità d’Italia quest’anno si è sentita ancora di più, in quanto, come ben sappiamo, in quest’anno si è svolto il 150° anniversario di tale importante avvenimento nazionale.

Nell’ambito che ci riguarda, ossia l’ambito dei videogiochi, è stato fatto un gioco a tema su questo evento patriottico, per l’appunto sull’Unità d’Italia: il titolo del gioco in questione, disponibile per piattaforma PC, è “Gioventù Ribelle“.

Questo gioco, sviluppato da una casa videoludica italiana, ha destato molto scalpore per svariati motivi: uno fra i tanti è quello di poter, nel corso delle vicende narrative di questo videogame, ammazzare il Papa.

Non solo, il gioco, di notevole mediocrità tecnica e grafica, ha scatenato l’ilarità dei vari media internazionali, a testimonianza dell’arretratezza italiana in fatto di videogiochi.

Sicuramente è un gioco da apprezzare, poichè cerca di coinvolgere il pubblico più giovane in questo avvenimento fondamentale per la storia della nostra Nazione, ma il comparto tecnico lascia molto a desiderare (“Gioventù Ribelle è stato sviluppato, come riporta il sito ufficiale del gioco, “dagli studenti del Corso Triennale di Virtual Design dell’Istituto Europeo di Design seguiti e aiutati dal loro coordinatore Raoul Carbone, che e’ anche Presidente del gruppo dei Produttori Italiani di Videogiochi”).


La critica arriva anche dall’International Developers Game Association:

“La scelta di sviluppare un gioco sul tema del nostro Risorgimento sia assolutamente da applaudire, per il valore artistico e culturale che un simile prodotto può rappresentare e perché convinti della forza comunicativa e didattica dei giochi, e soprattutto dei videogame. Presentare Gioventù Ribelle come un prodotto in grado di competere con i grandi titoli internazionali è in aperta contraddizione con il
modo in cui il progetto è stato effettivamente portato avanti, per stessa ammissione dei suoi promotori”

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Ferdinando Sonnessa