La crisi del Portogallo, che da due giorni non ha più un goverbo, dopo le dimissioni del premier socialista José Socrates, in seguito alla bocciatura dei deputati alla Camera del suo piano di austerità, necessario per riportare il rapporto deficit/pil sotto il 3%, come richiesto da Bruxelles, si aggrava e assume i contorni di una vicenda destinata a divenire drammatica, se non si porranno rimedi immediati ed efficaci.
Basta solo pensare che i titoli a 2 anni del debito lusitano oramai offrono rendimenti di quasi il 7%, intorno al 6,914%, mentre i quinquennali, addirittura, sono schizzati all’8,348%, sopra il tasso decennale dell’8%, che segnala la sfiducia dei mercati sul segmento di breve e medio termine.
Nonostante i mercati si attendano un salvataggio del Portogallo, per mani europee, il premier dimissionario continua a respingere tali ipotesi, sostenendo che Lisbona potrà farcela da sola.
Per fortuna, la crisi portoghese, con annessi declassamenti di Fitch e Standard%Poor’s, non sta avendo effetti sul resto dei titoli dell’Eurozona, che anzi vive sedute di ottimismo.
Ieri, ad esempio, lo spread tra BTp e Bund tedeschi a 10 anni ha subito un lieve calo, portandosi a 158 punti base, quanto basta per fare tirare un sospiro di sollievo e vedere scongiurato il pericolo di contagio.
Anche la Spagna un paio di sedute fà aveva registrato un calo di rendimento nelle aste dei titoli a 3 e 6 mesi, seguita dalla Germania, che aveva vissuto lo stesso trend sui poliennali tedeschi.