La crisi libica è ad una svolta: il comando delle operazioni in Libia passa alla Nato.
Nonostante le resistenza della Francia, alla fine l’Alleanza Atlantica ha optato per la ragionevolezza. Entro poche ore infatti la missione in Libia passerà sotto l’unico comando della Nato, al fine di applicare, nella maniera più rigorosa possibile, il dettato della Risoluzione Onu 1973.
A comunicarlo è stato il Segretario Generale Anders Fogh Rasmussen che, al termine di un incontro con i rapprsentanti dei Paesi impegnati nell’attacco, ha assicurato che “la Nato prenderà in mano l’operazione con l’obiettivo di difendere i civili e di rendere operativa la No fly zone“.
Gli effetti di una decisione del genere sono evidenti e destano la soddisfazione delle diplomazie internazionali, prima fra tutte quella italiana che, grazie al voto parlamentare di ieri, aveva assunto a linea guida della propria politica quella di richiedere un coordinamento sovranazionale della missione.
Nonostante infatti la Francia, col Presidente Sarkozy in testa, abbia tentato fino all’ultimo di conservare una posizione egemone all’interno dell’Alleanza, la soluzione del comando unificato è prevalsa.
La mediazione è stata officiata da Ilary Clinton e dal Segretario Generale dell’Alleanza Rasmussen che hanno trovato l’accordo diplomatico tra i Paesi.
Dal punto di vista pratico, una decisione di questo genere porta con sè conseguenze importanti.
La missione era infatti iniziata con il lancio di missili francesi ed era proseguita con l’intervento di Gran Bretagna e Usa senza però un vero coordinamento.
L’obiettivo rimane chiaramente invariato, in quanto la priorità della Nato sarà quella di garantire l’incolumità dei civili tramite il mantenimento della No fly zone, ma il fatto che sia l’Allenza Atlantica a gestire le operazioni costituisce una garanzia in più.
Da questo momento ogni missione ed ogni raid saranno organizzati ed autorizzati da un Comando Centrale che distribuirà ai vari Paesi impegnati i compiti da svolgere, così da poter coordinare gli sforzi per difendere la popolazione civile e giungere il prima possibile ad una transizione democratica nel Paese.
Il passaggio di consegne avverrà nelle prossime ore e la certezza è che la forza politica del nuovo comando sarà un deterrente ancor più efficacie contro la disperata resistenza di Gheddafi.