E ora? La situazione del Portogallo è sfociata in inevitabili dimissioni del premier socialista Josè Socrates, dopo che la Camera ha bocciato le misure di austerità presentate dal suo governo, che prevedevano tagli alla sanità e alle pensioni.
La crisi politica in cui è precipitata Lisbona si accompagna a una drammatica crisi di fiducia dei mercati verso il Paese, nonchè a una situazione di quasi bancarotta, in cui versano le casse dello stato.
I decennali del debito portoghese sono già al 7,8%, una media di 500 punti base in più sui Bund tedeschi; un differenziale che difficilmente può essere considerato sostenibile, in particolare data la bassa crescita dello stato lusitano, in cui scarseggia la competitività.
Che cosa accadrà ora è un pò difficile da pronosticare. Di certo, sul fronte economico, ci si avvicina a rapidi passi al salvataggio di Lisbona, con la BCE che da qui a pochi giorni potrebbe intervenire, per acquistare titoli lusitani, in vista di oltre 9 miliardi di rimborsi che attendono il Paese entro giugno, di cui una prima tranche di 4,9 miliardi di euro ad aprile.
I mercati non potranno che incrementare le loro tensioni sui titoli portoghesi, con ogni probabilità i maggiori aumenti dei rendimenti si concentreranno nel segmento a breve e medio termine, caratterizzato dalle maggiori criticità e ritenuto il più a rischio solvibilità.
Di certto, dopo Grecia e Irlanda, cade anche il Portogallo. E non è un buon segnale per la stabilità dell’area euro-periferica!