Le proteste degli abitanti di Lampedusa hanno costretto il Ministro dell’Interno Maroni ad intervenire in prima persona per la risoluzione dell’emergenza.
Dopo la proposta della costruzione di una enorme tendopoli – eventualità bocciata sul nascere dai cittadini e dal Sindaco dell’isola – si è giunti pertanto all‘elaborazione di un vero e proprio piano, volto a sollevare Lampedusa dalla morsa degli sbarchi.
Le tensioni nel Nord Africa hanno infatti accentuato l’afflusso dei barconi dalle coste del Maghreb, determinando l’esplosione del malcontento tra la popolazione locale.
Ma ciò che preoccupa di più i responsabili dell’ordine pubblico è l’esodo che di qui a pochi giorni potrebbe partire dalle coste libiche, attesa la decisione del Governo di Tripoli di disinterrarsi della gestione dei flussi.
Le stime del Ministero dell’Interno parlano di poco meno di 15mila tunisini sbarcati complessivamente a Lampedusa, di cui già molti trasferiti in centri d’accoglienza lontani dall’isola.
La questione che il titolare del Viminale si troverà ad affrontare è dunque molto complicata e deve scontrarsi con l’imminente arrivo di nuove ondate di profughi.
Nella giornata di ieri sono iniziati gli incontri con Comuni e Regioni ed è stato elaborato un piano d’emergenza per la gestione di circa 50.000 profughi.
In attesa di un più incisivo intervento dell’Unione Europea – il Governo è impegnato sul fronte diplomatico per convincere il vertici dell’Unione che la questione degli immigrati è di rilevanza comunitaria – l’Italia farà la sua parte.
Il progetto prevede lo smistamento degli stranieri che arriveranno in varie Regioni italiane, secondo “criteri correttivi”.
Ciò vuol dire che sarà tenuto conto della eventuale presenza massiccia di immigrati in alcuni territori e delle reali possibilità gestionali delle Regioni (ad esempio l’Abruzzo sarà esentato dall’onere).
Non sarà comunque un’accoglienza indiscriminata. Il Ministro ha infatti garantito che lo smistamento avverrà sulla base del rispetto della vigente normativa in tema di immigrazione.
Ciò vuol dire che le misure intraprese avranno carattere di urgenza, nella speranza che intervenga l’Unione Europea a coordinare il trasferimento anche negli altri Paesi membri che affacciano sul Mediterraneo.
Accanto al piano straordinario però Maroni cercherà di ricreare delle condizioni di stabilità recandosi proprio in Tunisia, per tentare di stringere un nuovo accordo di regolamentazionde dei flussi che possa dare un po’ di respiro a Lampedusa e al Paese tutto.