Ottavo aumento dei tassi di riferimento dall’inizio del 2010 per la Banca Centrale dell’India, che ha deciso di alzare i tassi repo e reverse repo di 25 punti base ciascuno. Il tasso repo è quello applicato dalla banca centrale sui prestiti accordati alle banche commerciali. Il reverse repo, al contrario, è il tasso che la banca centrale offre alle banche commerciali, sui depositi che queste effettuano presso di essa.
L’istituto centrale di New Dehli ha deciso, quindi, di portare il livello dei tassi, rispettivamente al 6,75% e al 5,75%.
La misura, già attesa dai mercati, rientra in una politica monetaria restrittiva, finalizzata a contenere il tasso di inflazione, in crescita nel Paese, come in molte altre parti del pianeta.
Qui, la misura si rende particolarmente necessaria, poichè la crescita sostenuta dell’economia ha un effetto di riscaldamento sui prezzi e rischia di fomentare, tra l’altro, tensioni sociali, a causa degli effetti nefasti di una crescita alta dei prezzi.
A fine 2010, era stato l’aumento dei prezzi della cipolla a scatenare tensioni sociali non indifferenti, dato che trattasi di un cibo-base della cucina indiana.
La stretta indiana arriva, peraltro, dopo quella attuata da altri stati asiatici, in primo luogo dalla Cina, preoccupata dalla crescita dell’inflazione. Anche New Dehli, quindi, conferma la tendenza al rialzo dei tassi, ponendo gli USA in una situazione di anomalia, rispetto al resto del pianeta, con prevedibili conseguenze negative sul tasso di cambio americano.