L’agenzia di rating Fitch non è stata per nulla cauta nel sottolineare un potenziale pericolo che potrebbe colpire la Cina, entro il 2013: lo scoppio della bolla americana. Sì, perchè dopo non avere previsto il crollo del settore immobiliare americano, e a cascata di quello bancario, adesso le agenzie di rating e gli analisti internazionali si mostrano più consapevoli dei pericoli che possono travolgere le economie del pianeta.
Per questo, Fitch, analizzando l’andamento dell’economia cinese, è giunta a conclusione che esista una probabilità del 60% che entro il 2013 la Cina possa affrontare lo scoppio della bolla speculativa immobiliare. Infatti, nel 2008, in seguito alla recessione mondiale, il governo di Pechino, insieme alla Banca Popolare Cinese, decise di attuare una politica monetaria accomodante, con bassi tassi di interessi, per incentivare i prestiti bancari. Il risultato è stato che alla fine del 2010, in Cina risultavano investiti ben 1920 miliardi di euro, in buona parte andati a finanziare progetti immobiliari, la cui utilità non sempre è stata ben compresa.
Sempre nel 2010, i prezzi degli immobili sono saliti del 18%, proprio a causa dell’abbondante liquidità che circonda questo settore. Il governo ha capito da mesi il rischio in corso e ha iniziato a intraprendere un cambio di politica monetaria, alzando il livello dei tassi e aumentando la riserva obbligatoria delle banche, al fine di fare crescere meno l’aggregato monetario.
E, nonostante le cautele, pare che ci siano i primi effetti, dato che a febbraio, l’ammontare dei nuovi prestiti bancari sarebbe stato di 81,5 miliardi di dollari, meno del previsto per almeno il 20%, sebbene il dato risulti in crescita sull’anno precedente.