Il Portogallo ha annunciato ieri pomeriggio, a pochissime ore dell’inizio del vertice dell’Eurogruppo, che a Bruxelles ha visto impegnati i capi di stato e di governo dell’Eurozona, un pacchetto di misure aggiuntive, cha hanno l’obiettivo di rafforzare il piano di austerità già intrapreso nei mesi scorsi.
Che l’annuncio ricada a poche ore dal vertice di Bruxelles non è affatto casuale, ma vuole essere una mossa di Lisbona, per lanciare il messaggio all’Eurozona, che il Paese lusitano vuole e può farcela da sola, slegando il suo destino da Grecia e Irlanda, che hanno dovuto fare ricorsi agli aiuti europei.
Il governo portoghese ha annunciato un piano di tagli alla spesa, che saranno dello 0,8% nel 2011, dell’1,6% nel 2012 e dello 0,8% nel 2013. Previste, inoltre, misure di maggiori entrate nel 2012 per lo 0,9% nel 2012 e dello 0,4% nel 2013.
Obiettivo del governo è di arrivare a un rapporto deficit/pil del 4,6% quest’anno, di scendere al 3% l’anno prossimo e al 2% nel 2013.
Numeri che riguardano soprattutto tagli alla sanità e le società pubbliche e che mirano in 2-3 anni a fare uscire il Portogallo dall’emergenza conti pubblici.
Ma la grande questione che Lisbona dovrà affrontare è il rilancio della sua crescita, che non ha ancora attecchito, e la cui mancanza determina una maggiore difficoltà nel processo di risanamento dei conti pubblici. Pur se in rallentamento, infatti, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo in Portogallo a febbraio parla di una crescita dei prezzi del 3,5%, una spia della scarsa competitività del Paese, il quale così non riesce a vincere la sfida dei mercati globali.