Negli ultimi tempi, il rappresentante italiano al board della BCE, Lorenzo Bini Smaghi, è sempre più al centro dell’attenzione mediatico-politica, per alcuni suoi interventi, che di fatto lasciano trasparire e pre-annunciano il pensiero dei banchieri centrali su questioni importanti della vita dell’Eurozona. Un paio di settimane fà erano state le sue dichiarazioni sull’inflazione ad avere dato il via alle attese rialziste sui tassi di riferimento della BCE; oggi, le parole di Bini Smaghi suonano come un monito agli stati nazionali, arrivando a conciliare due prosposte apparentemente tra loro alternative.
Intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Imt in Toscana, Bini Smaghi ha lanciato l’idea di un’agenzia europea che emetta i titoli del debito a livello centralizzato, al posto dei singolo stati. Poi, saranno alcuni criteri a stabilire come esso debba essere ripartito sui singoli stati dell’Eurozona. Secondo il banchiere italiano, questa idea avrebbe il pregio di garantire un maggiore rigore nel controllo dell’indebitamento dei singoli stati nazionali, perchè esso avverrebbe direttamente. Poi, ciascuno stato continuerebbe ad avere il proprio bilancio nazionale, ma in tale modo sarebbe sottoposto a una disciplina di rigore centrale.
L’idea di Bini Smaghi è in linea con la proposta Tremonti-Juncker dei mesi scorsi all’Ecofin di un’agenzia del debito europea, con il compito di stampare titoli di debito europei, che garantirebbero maggiore credibilità ai mercati, scontando minori interessi. L’idea, al momento, è rifiutata in toto dalla Germania, che teme un maggiore lassismo degli stati periferici, i quali approfitterebbero di una gestione centralizzata del debito, per scialacquare ancor di più i quattrini pubblici. Inoltre, i tedeschi temono che questo sistema, generando un tasso medio tra quelli attuali dei singoli stati sul debito, comporterebbe per gli stati più indebitati un calo dei tassi, mentre per la Germania un tasso più alto.