Mercati puniscono Portogallo, verso piano salvataggio

E’ davvero finito il clima di serenità che si era diffuso sui mercati europei da metà gennaio e che aveva fatto dimenticare le paure vissute nei quattro mesi precedenti, riguardo ai rendimenti crescenti delle aste di titoli pubblici dell’Eurozona. Ma l’effetto della crisi geo-politica, che ha travolto il Nord Africa e che si è già espanso in tutto il Medio Oriente, ha creato quelle condizioni di instabilità economica, per le sue ripercussioni in termini di prezzi del greggio, che non ha lasciato insensibili gli operatori, i quali hanno ripreso a difendersi e a cautelarsi da una situazione che vedono con forte preoccupazione.

E la prima vittima di questo nuovo contrordine dei mercati finanziari è il Portogallo, come ampiamente previsto. Ieri, Lisbona ha collocato titoli a due anni per un ammontare di solo un miliardo, il cui rendimento è schizzato dal precedente 4,086% a 5,993%; un boom di quasi 200 punti base, come non si era visto neanche nel momento più cupo dei mesi scorsi.

I decennali, poi, hanno toccato il 7,70%, un tasso che non può più essere considerato sostenibile, soprattutto per un Paese, di cui si prevede una bassa crescita nei prossimi anni, con conseguenti difficoltà nel processo di risanamento delle sue provate casse pubbliche.

Così, già a fine marzo ci potrebbe essere il tanto atteso intervento di salvataggio dell’Unione Europea, specie al fine di non fare dilagare la crisi anche alla confinante Spagna. Intervento, che il Presidente della Commissione Europe, José-Manuel Barroso, anch’egli portoghese, per ora smentisce, giudicandolo un brutto colpo alla credibilità dello stato lusitano, ma già si preparano gli atti per fare fronte alla situazione.

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