Draghi, no a squilibri e si a politiche sovrannazionali

Il Presidente di Bankitalia, Mario Draghi, ieri a Parigi in qualità di Presidente del Financial Stability Forum, ha coordinato i lavori di discussione sulle riforme alla finanza mondiale e ai sistemi di controllo, che ha visto presenti personaggi di spessore, come i governatori centrali di Francia, Germania, Cina, l’italiano Bini Smaghi della BCE e lo stesso governatore della BCE, Trichet.

E’ stata l’occasione per ribadire gli stessi concetti che ormai Draghi predica da mesi. Il governatore di Bankitalia ha voluto soffermarsi sulle cause degli squilibri finanziari globali, quali tassi di interessi troppo bassi, un eccesso di indebitamento, tassi di cambio squilibrati, bialnce dei pagamenti in disequilibrio cronico.

Ha quindi ribadito la necessità di intervenire per rimuovere queste cause, che sono fonte di crescita squilibrata e non uniforme e non consentono di trarre i vantaggi che i mercati aperti, invece, garantiscono a tutti.

Poi, si è soffermato sulla necessità di non focalizzarsi su azioni di politica mazroeconomica a livello nazionale, perchè questo determina un ulteriore squilibrio nei flussi di capitali e nei cambi, oltre a rendere inefficaci le misure adottate. E proprio per questo, Draghi ritiene che Eurolandia possa essere un laboratorio di riferimento per l’intero assetto mondiale.

Infine, ha avvertito sull’impellenza di avere strutture globali di controllo, con meccanismi di “early warnings”, nonchè per affrontare lo spinoso problema dei “too big to fail”.

Gestione cookie