Una notizia che dovrebbe rinvigorire i mercati, quella che viene da Pechino e riguarda proprio il gigante asiatico, che secondo due sondaggi, appena divulgati, vedrebbe un rallentamento della produzione, scendendo ai minimi da sei mesi, da un indice di 52,9 a gennaio a uno di 52,2 a febbraio.
Il rallentamento della produzione cinese viene visto positivamente sia all’estero che dallo stesso governo di Pechino, perchè spinge verso una crescita meno veloce dei prezzi. Anzi, il calo della produzione sarebbe proprio legato alle azioni di politica monetaria, che il governo cinese sta adottando da alcuni mesi, per raffreddare i prezzi.
E’ ben noto il timore dell’esecutivo di dovere gestire un surriscaldamento troppo forte delle aspettative di inflazione nel Paese, che avrebbe un effetto negativo sulla stabilità sociale, con possibili ondate di malcontento, come già si iniziavano a vedere nelle campagne, il tardo autunno appena trascorso.
Proprio per evitare ciò, Pechino si è adoperata in una politica monetaria restrittiva, con aumenti dei tassi sui prestiti e sui depositi, nonchè ha aperto a una politica di rivalutazione graduale del cambio, affinchè anche la massa monetaria imponente che proviene dall’estero possa diminuire, allentando le pressioni al rialzo dei prezzi interni.
Le borse dovrebbero, quindi, ben reagire a questa notizia, come già accaduto a Wall Street, rinvigorita dagli esiti dei due sondaggi. Proprio due giorni fà, il premier Wen Jabao aveva fissato la crescita obiettiva del prossimo quinquennio al 7%, in calo dal 7,5% del quinquennio appena trascorso, proprio scontando un effetto di rallentamento, dovuto alla stretta monetaria.