Nel quadro incerto e confuso dell’ormai guerra civile libica, che sta provocando un blocco delle esportazioni di greggio da Tripoli, con inevitabili ripercussioni sul prezzo del petrolio al barile, emergerebbe, comunque, una buona notizia, per i Paesi consumatori di oro nero. Secondo alcune informazioni sui mercati internazionali, l’Arabia Saudita starebbe aumentando il volume delle esportazioni di greggio, per compensare il venir meno dell’export libico, con un incremento dell’offerta di circa 700 mila barili al giorno.
E’ bastata questa soffiata, per calmierare la corsa del greggio, che si è arrestata intorno a 112 dollari al barile per il brent europeo e a 97 dollari circa per il Wti.
Certo, forse ciò non sarà sufficiente a spazzare via i timori di un surriscaldamento dei prezzi, ma senz’altro, se la notizia fosse confermata, darebbe un pò di sollievo, rispetto ad attese ben più elevate di aumento delle quotazioni. Infatti, le esportazioni libiche sarebbero intorno ai 700 mila barili al giorno, quindi, l’incremento dell’offerta saudita compenserebbe quasi del tutto le perdite, dovute al blocco di Tripoli.
In effetti, l’unica vera questione rimane sul quando sia iniziata questa operazione da Riad; c’è chi vocifera che l’aumento è già iniziato qualche settimana fà, quindi, che la maggiore offerta di greggio fosse disponibile prima dell’esplodere della crisi libica. C’è poi l’interrogativo dell’Opec, l’organizzazione che raggruppa gli stati produttori di petrolio. Pare che l’Arabia Saudita si stia muovendo fuori da essa, senza alcun accordo, anzi, a dire il vero, la mossa saudita non viene vista di buon occhio dagli altri Paesi Opec.