Effetto Libia, crollano borse e azioni italiane sotto pressione

I tragici eventi libici stanno già avendo conseguenze pesanti sulle economie europee, ancor prima di giungere a una conclusione. Ieri, le notizie di una figa presunta o reale del Colonnello Gheddafi e di uno scenario, ormai scontato, di show-down del rais di Tripoli, hanno affossato le borse del Vecchio Continente, in particolare, Piazza Affari.

La Borsa italiana, infatti, è stata la peggiore di tutti, con un crollo del 3,6%, che non si vedeva dal mese di giugno scorso, quando le borse erano sotto pressione per il ciclone greco. Le altre piazze hanno subito perdite molto più contenute, non superiore all’1,4%, con eccezione di Madrid che perdeva oltre il 2,3%.

Il fatto che Piazza Affari sia stata la più colpita non è una pura casualità. I mercati temono, infatti, che la caduta di Gheddafi possa compromettere tutta una serie di contratti e di affari, in cui l’Italia è in prima fila, con numerose aziende e investimenti, di relativa importanza.

Basti pensare che Eni ieri cedeva oltre il 5%, per il timore che i suoi contratti possano diventare carta straccia a Tripoli, dopo Gheddafi, e, addirittura, che possa essere espropriata, come fece lo stesso Gheddafi con i beni italiani al suo arrivo al potere nel 1969. Sono solo ipotesi, per ora senza alcun riscontro, semmai riflettono le paure degli investitori, eccessivamente cauti, quando si trovano di fronte a forti cambiamenti di scenario.

Anche Unicredit, il cui capitale è in mani libiche per il 7,5%, registrava ieri un tonfo del 5,75%, così come altre numerose imprese quotate in borsa, con legami più o meno forti con Tripoli.

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